Alpicella
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Qualcuno teme di sentire la mancanza della montagna trascorrendo una settimana di vacanza al mare? Niente paura, Varazze è la destinazione ideale anche in questo caso!
Alle spalle della cittadina è presente il monte Beigua, una delle vette più elevate dell’arco ligure: per raggiungerla si risale la valle del Teiro, passando dal Pero, e si raggiunge la frazione Alpicella, che merita senz’altro una sosta. Anticamente chiamata “Cella nelle Alpi” o “Piccola Alpe”, la frazione, sita lungo la strada che conduce verso la vetta del Beigua, è un interessante punto di partenza per escursioni e sentieri nel complesso del monte Castellaro.
La frazione ospita il Museo Archeologico di Alpicella, dove sono esposti reperti archeologici del Neolitico rinvenuti nell’area di Varazze. L’area di Alpicella, che ospitò i più antichi insediamenti umani del territorio varazzino, è particolarmente interessante da questo punto di vista, con la presenza di una via megalitica lastricata, del Riparo sottoroccia di Fenestrelle, risalente al Neolitico medio e rinvenuto nel 1977, oltre a menhir, incisioni rupestri e altre testimonianze archeologiche preistoriche.
Fra i siti di interesse storico ricordiamo anche il Ponte dei Saraceni (o Ponte dei Ratti) sul torrente Teiro, un ponte ad arco in pietra risalente all’anno Mille circa, nonché, sulla piazza centrale, la chiesa di Sant’Antonio Abate, posta su uno sperone di roccia a picco sulla vallata e edificata nel Duecento; nel 1888 l’antica struttura venne ricostruita e l’ingresso traslato a ponente, ma molti arredi e decorazioni vennero mantenuti. La facciata, incompiuta, ha un andamento ondulatorio; l’interno, luminoso e ampio, conserva diverse statue marmoree e lignee e un organo a canne, opera dei fratelli Agati. Fra le peculiarità della chiesa figurano anche i tre altari laterali monumentali cinquecenteschi in marmo, opera di Galeazzo Alessi per la cattedrale di San Lorenzo di Genova, dalla quale furono rimossi nell’ultimo decennio dell’Ottocento durante un restauro, giungendo a Varazze tra il 1896 e il 1897 per mezzo di carri trainati da buoi.
All’Alpicella è possibile anche fare una sosta sportiva, in quanto un versante del monte Castellaro è attrezzato per l’arrampicata libera. Non mancano, inoltre, luoghi di ristoro dove è possibile gustare le specialità culinarie dell’entroterra ligure.
Cantalupo
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Chi avrebbe mai detto che lo stoccafisso, anziché essere servito in tavola, potesse essere utilizzato come uno strumento di gioco? Il lancio dello stoccafisso si tiene ogni anno, l’ultima domenica di gennaio, nella frazione di Cantalupo, che sorge su un’altura sovrastante il quartiere di San Nazario, a 100 metri sul livello del mare. La piazza centrale dell’abitato è dominato dalla chiesa di San Giovanni Battista, decorata con motivi liberty; vi sono conservati affreschi raffiguranti la predicazione del Battista e il martirio di santa Caterina d’Alessandria (prima dedicataria dell’edificio sacro) con la ruota dentata, tre casse (Battesimo di Gesù, santa Caterina di Alessandria e Madonna delle Grazie) e tre crocifissi, che vengono portati in processione in occasione della festa patronale, la domenica più vicina al 24 giugno.
In estate viene tenuta la tradizionale sagra della lumaca che richiama numerosi varazzini e forestieri che possono provare il tipico piatto.
Con i mezzi, ma meglio ancora con una bella escursione a piedi, è possibile raggiungere la cappella della Crocetta, edificata nel secondo dopoguerra nel luogo in cui si trovava un’edicola votiva distrutta dagli eventi bellici. Da qui si può godere di una splendida vista sul mare e si dipartono diversi sentieri.
Casanova
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Luogo d’origine del beato Jacopo, Casanova si trova a quasi 400 metri sul livello del mare, in posizione panoramica. La piazza centrale è dominata dalla chiesa della Natività di Maria Santissima, che risale al Settecento; la facciata, molto semplice, presenta un rosone e una nicchia con la statua del beato Jacopo. L’interno ha la volta decorata e conserva diverse tele di varie epoche, un organo a canne Agati-Tronchi e la cassa processionale raffigurante il beato Jacopo che porta la pace tra guelfi e ghibellini.
Un’interessante escursione di un quarto d’ora lungo una stradina asfaltata conduce alla cappella di Santa Caterina d’Alessandria, posta su una collina all’incrocio fra via Costa e via Beato Giacomo: vi è un’interessante statua lignea settecentesca della Santa, mentre la facciata è, ancora una volta, abbellita da un rosone e da una statua del beato Jacopo in una nicchia.
Faje
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Oltre Casanova, la strada prosegue fino alla frazione delle Faje, che detiene ben due primati: è sia la meno popolata che la più alta del territorio comunale, ad un’altitudine di oltre 500 metri sul livello del mare.
L’isolamento dovuto alla sua posizione ha fatto sì che nel dialetto dell’abitato si usino termini diversi da quelli usati nelle parlate delle altre frazioni varazzine e dei paesi limitrofi.
Dalle Faje, site in una posizione panoramica alle pendici del Beigua da cui è possibile ammirare l’intero Golfo di Genova, si snodano diversi sentieri ed itinerari escursionistici verso il monte Beigua, il monte Sciguelo, l’abitato di Varazze, la frazione di Alpicella e l’eremo del Deserto. Lungo la strada ad anello su cui si sviluppa l’abitato, invece, sono poste quattordici edicole con la rappresentazione delle tappe della Via Crucis, mentre sulla piazza centrale sorge la piccola chiesa di Nostra Signora delle Grazie.
Castagnabuona
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Le frazioni di Varazze circondano ed impreziosiscono la città, come se fossero parte di una splendente corona: dedicare loro un po’ di tempo è d’obbligo! Partendo da ovest, la prima, alle spalle del porto turistico, è Castagnabuona. Posta a 170 metri sul livello del mare, la piazza centrale è il luogo ideale per godere di una strepitosa vista sul sul golfo varazzino. La frazione ha due chiese: la prima, nel centro della borgata, è dedicata a san Rocco, il cui culto si diffuse moltissimo in Liguria nel Cinquecento; l’attuale edificio risale agli anni Sessanta e conserva, fra le altre opere, un “Cristo” tipico della tradizione ligure, una statua in legno di santa Teresa, un prezioso stendardo raffigurante san Rocco e la Madonna della Croce, un grande quadro ad olio con l’immagine dei santi Rocco e Bernardo e la cassa lignea di san Rocco. Quest’ultima, donata da Angelo Baglietto per essersi salvato dal secondo conflitto mondiale, è portata in processione, ogni anno, il 16 agosto. Il secondo edificio sacro è il santuario di Nostra Signora della Croce, posto in posizione panoramica a 375 metri sul livello del mare. Dalla collina su cui sorge, nel 1244 papa Innocenzo IV vide le galee dell’imperatore Federico II, suo nemico, entrare nel porto di Savona, perciò comprese che per salvarsi avrebbe dovuto fuggire. In ricordo dell’episodio venne realizzata una piccola cappella, mentre il santuario fu edificato nel Settecento, nel punto dove, secondo la tradizione, si trovava l’unico ulivo della zona scampato all’ondata di gelo del 1709. Dietro l’altare vi è uno splendido gruppo marmoreo ottocentesco, mentre le decorazioni sono andate perse in un incendio nel 1980. Numerosi sentieri, fra cui uno penitenziale, convergono qui: si può cogliere l’opportunità per una bella escursione!
Pero
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Qualcuno è attratto da luoghi misteriosi e abbandonati? Nella frazione Pero, situata lungo la valle del Teiro e la strada di collegamento con Stella San Martino e Sassello, si trova la pericolante chiesa della Santissima Annunziata, completata a metà Ottocento ma chiusa al culto nel 1959 e con tutti gli ingressi murati. Il motivo ufficiale della sconsacrazione è il lento movimento franoso che coinvolge l’area su cui essa sorge; tuttavia, secondo una leggenda l’edificio sarebbe popolato da spettri, di cui la notte si sentirebbero i lamenti (in realtà, si tratta dei versi di uccelli che, nel tempo, hanno nidificato sotto il tetto). Oggi l’edificio di culto per la frazione è la nuova chiesa della Santissima Annunziata, che conserva le antiche campane e alcune opere provenienti dalla struttura ottocentesca: tre “Cristi” processionali, le casse della Vergine Annunziata e di sant’Antonio da Padova, dei pregevoli pastorali in legno. Sulla strada del ritorno, si può fare una piccola sosta per visitare la cappella di Sant’Anna di Casanova, dove nel periodo del Natale è ospitato un suggestivo presepe in pietra, ricco di particolari.
Piani di Invrea
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Dalla (quasi) montagna al mare: la frazione più orientale di Varazze è posta a soli 70 metri sul livello del mare, lungo la strada che conduce a Cogoleto. Prende il nome dal castello dei marchesi d’Invrea, cui apparteneva la zona. Caratteristica, alle spalle della chiesa dei“Fate bene fratelli”,è la presenza del piccolo menhir di Cianda Munega, in posizione dominante sul mare, tagliato su una base quadrangolare che termina a punta. Nei pressi dell’autogrill che si incontra sulla via Aurelia, si può scendere verso i Piani bassi, che digradano fino alla Baia del Corvo su lungomare Europa con scorci mozzafiato, oppure salire verso i Piani alti.
Proseguendo verso Cogoleto, il paesaggio diventa più aspro, con rocce a strapiombo sul mare e con il verde dei pini che si staglia sull’azzurro del cielo e nasconde quello dell’acqua. Qui si trova, in una proprietà privata, il castello dei marchesi d’Invrea, con la chiesa medievale di Santa Maria in Latronorio, che conserva un grande affresco duecentesco raffigurante san Cristoforo e un crocifisso trecentesco.
Piani di San Giacomo
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Non è una frazione, ma San Giacomo è ugualmente una località degna di interesse. Al confine con il comune di Cogoleto, essa ospita l’interessante convento di San Giacomo di Latronorio (detto anche “di Areneto”), le cui origini si perdono nel Medioevo. Il complesso, recentemente restaurato ed abitato da un piccola comunità di frati minori francescani, comprende una bella chiesetta con pianta a croce latina, che termina, a levante, con un abside quadrato. Anche dai Piani di San Giacomo si gode di uno stupendo panorama e da qui è possibile partire per alcune escursione, in particolare verso il santuario della Guardia e l’eremo del Deserto.